Sicurezza maggiore al nostro Esercito
Un casco che trasmette pensieri è già realtà nei laboratori americani e italiani. Sono già stati investiti 6,3 milioni di dollari per questo progetto che può sembrare fantascienza, ma prima di un decennio diventerà realtà.
Cranio aperto.
L'obiettivo è complesso: bisogna non solo raccogliere i segnali elettrici celebrali, ma anche associarli alla specifica area del cervello che li ha prodotti (del linguaggio, della vista, della parola, del movimento). Il punto d'avvio è stato una ricerca del 2008, quando Schalk ed Eric Leuthardt, docente di neurochirurgia alla Washington University di Saint Louis, sono stati incaricati da Elmar Schmeisser, colonnello in pensione, di dimostrare la fattibilità dell'elmetto telepatico.
A fronte di una donazione di $ 450.000, Schalk e Leuthardt hanno trovato dodici volontari, malati di epilessia, che avrebbero dovuto subire un delicato intervento a cranio aperto per rimuovere le cause dei loro disturbi. Ai volontari sono stati applicati, speciali elettrodi direttamente sulla corteccia celebrale e a cranio aperto, (intervento del tutto indolore). A ognuno sono state proposte 36 parole, di struttura semplice (consonante - vocale - consonante) e simili tra loro (come bet, bat, boot, beat): dovevano pronunciare la parola ad alta voce e, poi, semplicemente pensarla e dirla. Per pronunciare le parole si attivavano tre aree della corteccia celebrale: quella motoria, associata al movimento dei muscoli necessari per parlare, quella uditiva e l'area di Wernicke, abbinata al linguaggio. Leggere il cervello. Sulle base di questi risultati, il Dipartimento della Difesa USA ha deciso di avviare il progetto sull'elmetto telepatico. Ma, siccome non è possibile applicare elettrodi alla corteccia celebrale dei soldati, vanno sviluppati strumenti in grado di monitorare dall'esterno l'attività del cervello e individuare, di volta in volta, le aree attivate. In due parole, si usa dire così, in questi anni gli studi e il relativo avanzamento del progetto sembrano inarrestabili, rimane solo da verificare il peso di tale elmetto. Dove speciali sensori che analizzeranno il cervello, invieranno ad altri militari il loro pensiero, senza dare più nessun comando vocale. Innumerevoli studi su questo progetto sono svolti dall'Università La Sapienza di Roma, con appositi elettrodi posti sui loro caschi i nostri piloti hanno generato e composto alcuni segnali Morse necessari a generare la richiesta di aiuto con un'efficacia del 95%.