Firenze – La nascita dell'Accademia dei Georgofili .

Pubblicato il da Veronica Goretti

I mercanti toscani, quando i commerci si allargarono verso il Nuovo Mondo e la concorrenza si fece spietata, per mettere al sicuro i capitali decisero di investirli nella campagna. I confini delle loro tenute ben presto divennero vastissimi. Comprendevano gran parte dell'Umbria sfioravano le Marche, arrivavando al Lazio.

Ma se altrove il latifondo serviva soltanto a conservare, per i Fiorentini e i Toscani in genere, la terra doveva produrre come qualsiasi altra azienda. Come se fosse una gualchiera, un lanificio una pellicceria le attività che li avevano resi ricchi, i nostri agricoltori si misero in testa di far fruttare ogni ettaro di terra, con ciò continuando nella tradizione, tutta locale, di un rapporto armonico tra città e campagna, come ancora dimostrano le ville delle nostre colline che sono belle come i palazzi dei centri storici. Ma per far fruttare la terra, non bastava occuparsi di semina e raccolti, di pioggia o siccità. Occorreva bonificare nuove zone, conoscere a fondo il clima di ogni vallata così da scegliere le migliori culture, dissodare il più affondo possibile, studiare i boschi e i bacini dei fiumi proteggersi dalle alluvioni, creare invasi per conservare l'acqua scavare pozzi e canali. E allo stesso tempo era necessario costruire i mezzi meccanici perché tanto lavoro fosse il più proficuo e il meno faticoso possibile. Si trattava, insomma di riorganizzare un'economia intera. Così, il 4 giugno 1753 nacque a Firenze l'Accademia dei Georgofili per iniziativa di Ubaldo Montelatici canonico lateranensi, e per volontà del granduca di Toscana. Il suo scopo come da statuti era quello di “far continue e ben regolate sperienze e osservazioni per condurre a perfezione l'Arte tanto giovevole della toscana coltivazione”. Era questo il primo esempio in Europa di un “Associazione di ingegni intesi al perfezionamento dell'Agricoltura”. Ebbe sede agli inizi a Palazzo Vecchio e subito il governo lorenese la chiamò a occuparsi del primo catasto agrario toscano; dal 1759 al 1791 contribuì alla bonifica della Val di Chiana e della Maremma e nel 1783 si fuse con la Società Botanica ottenendo in concessione da Pietro Leopoldo l'Orto dei Semplici. Tra le prime invenzioni dei Georgofili, per opera di Raffaello Lambruschini, ci fu l'aratro elicoidale che permetteva di aumentare la produttività con pari lavoro. Nello stesso tempo per raccogliere i capitali necessari agli investimenti, fondarono nel 1829 la Cassa di Risparmio di Firenze.

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